C’è un libro che ho tenuto a lungo sul comodino.
Racconta la vita, la parola e l’insegnamento di Tierno Bokar (1875-1940). Lo
rileggo spesso, a tratti. Prima di cercare la traduzione italiana e di scoprire
che Peter Brook ne ha offerto una mirabile versione teatrale, ho acquistato a
Dakar l’edizione francese pubblicata dalle Éditions
du Seuil nel 1980. L’autore, allievo del maestro sufi di Bandiagara,
villaggio maliano nei pressi della falesia dei Dogon, è Amadou Hampaté Bâ. Tierno
Bokar non ha lasciato nulla di scritto, ma la sua parola può ancora
riverberarsi grazie al lavoro del grande scrittore, etnologo e
storico delle tradizioni africane, riferimento essenziale per chiunque voglia
avvicinarsi a quelle culture e a quell’universo spirituale. Sono pagine capaci
di dispormi a una forma di serena concentrazione indotta dalla lettura di una
lezione di saggezza e amore incarnato in una vita trascorsa nell’osservanza
della legge rivelata mai disgiunta dal suo senso mistico. Ogni professione di
fede e ogni devozione sono praticate e insegnate da Tierno Bokar con un intuito
tanto profondo quanto semplice nella forma del suo offrirsi, grazie ad apologhi
che mirano al cuore dell’ascoltatore con rara intensità maieutica. Fu un
uomo, le sage de Bandiagara, capace
di adattare i suoi insegnamenti alle diverse capacità di comprensione dei suoi interlocutori, inventando parabole che seminano grani luminosi in ogni spirito. Il
racconto del pozzo che si nutre di acque filtrate dalla terra e non dai
saltuari rivoli della superficie, quello delle tre diverse luci, dei tre gradi
della fede, quello del commerciante avaro o dei molti bambini con un solo padre
sono gemme scelte da uno scrigno di raffinatissima sapienza. Tierno Bokar, marginalizzato e perseguitato sul finire della vita, illustrando la potenza del
Verbo divino sosteneva che tutto, nell’universo, a tutti i livelli, è
vibrazione e solo le differenze di velocità di queste vibrazioni ci impediscono
di percepire le realtà che chiamiamo invisibili. Usava a proposito l’immagine
dell’elica di un aereo, che soltanto a partire da una certa velocità di
rotazione diventa invisibile. "Dite: noi crediamo in Dio, in ciò che è stato rivelato a noi e in ciò che fu
rivelato ad Abramo, a Ismaele, a Isacco, a Giacobbe, e alle Dodici Tribù, e in
ciò che fu dato a Mosè e a Gesù, e ai profeti dal Signore; non facciamo
differenza alcuna tra loro e a Lui tutti ci diamo!” Si tratta di un versetto coranico (II, 136) citato in queste pagine che ricorda la radice unica di tutte le
grandi religioni monoteiste. Un illusorio prisma si concentra in un solo raggio
e cammini in apparenza distanti si conciliano rischiarati da un occhio che mira
all’essenza, restaurando quella che il maestro chiamava la religione
primordiale.
Amadou Hampate Ba
Amadou Hampate Ba, a proposito delle tradizioni orali africane :
Come sempre le tue recensioni sono gioielli
RispondiEliminaTutti i libri di Amadou Hampate Ba per me sono come la coperta di Linus, non ne posso fare a meno :-)
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