VINCENZO MARIA OREGGIA

BIOGRAFIA, LIBRI, RECENSIONI, INCONTRI, REPORTAGE

lunedì 25 marzo 2013

ROMAIN GARY - EDUCAZIONE EUROPEA



Boscaglie della Polonia occupata dai nazisti, dove soltanto la cortina del gelo invernale protegge tenaci gruppi di resistenti mentre sul Volga infuria la battaglia di Stalingrado. Il quattordicenne Janek è rinserrato in una buca dove gli fa visita il padre, il dottor Twardowski. Nella cittadina di Sucharki uccidono un ufficiale tedesco e per rappresaglia venti donne vengono prelevate dalle loro case e segregate in una villa in cui subiscono i sistematici abusi dei soldati. Il dottor Twardowski, in un disperato tentativo di liberarle - nel gruppo c’è anche sua moglie - rimane ucciso. Non vedendolo più tornare al nascondiglio, Janek esce allo scoperto e spingendosi all’interno del bosco innevato incontra un gruppo di partigiani che lo accolgono come il più giovane militante della compagnia. Inizia così l’apprendistato del protagonista del romanzo che Romain Gary, due volte Premio Goucourt e morto suicida nel 1980, scrisse quando era aviatore delle forze alleate. Attorno alla nuova recluta si muove un piccolo universo di personaggi eccentrici, scoperti nella loro disperata umanità dalla lingua asciutta e incisiva di Gary, tesa tra sprazzi di calda partecipazione e nuda cronaca di guerra. Un contadino greco ortodosso che si dà forza immaginando di combattere tra i primi perseguitati cristiani, un parrucchiere a cui hanno violentato due figlie che si esalta mutilando i corpi dei nemici, un enorme macellaio russo, e sopra tutti gli altri il mitico partigiano Nadeja, introvabile spirito dei boschi, che compie azioni memorabili eclissandosi poi nel nulla e in cui Janek sogna di scoprire un giorno la persona del padre scomparso. Zosia, una ragazza che si prostituisce per carpire informazioni ai tedeschi, diventa la prima amante di Janek e per lui decide di cambiare vita. Augustus Schroder, suonatore di pianoforte e capitano tedesco atipico, si considera l’ultimo rappresentante autentico della sua razza e costruisce giocattoli musicali, uno dei quali terrà in mano negli ultimi attimi di vita dopo essere stato colpito da una pallottola partigiana. La pietà di Romain Gary, e di Janek Twardowski, non si rivolge soltanto ai compagni di lotta, ma si estende anche agli occupanti nazisti, apportando al romanzo la nota più originale. Anche le meditazioni sul senso della resistenza e dell’impegno, che si infittiscono dopo l’incontro di Janek con lo studente partigiano Adam Dobranski, non sono quelle di un militante ideologicamente schierato, ma di un uomo torturato dall’assurdità del male e delle sue effimere bandiere. I grandi ideali di libertà e giustizia che sorreggono gli indeboliti combattenti rifugiati nella boscaglia appaiono a tratti come un antidoto alla depressione e hanno il valore compensatorio di un presente amaro piuttosto che la fondatezza di un progetto a lungo termine. Le grandi ambizioni che animano la lotta hanno da una parte il carattere pretestuoso dello spirito romantico, dall’altra una forza semplice e buona che preserva la dignità umana. E’ nel cuore di questa contraddizione che si consuma la fase più sofferta dell’educazione europea di Janek. Lo studente Dobranski, cercando di consolare il giovane partigiano che per portare a termine un’azione coraggiosa è costretto a giustiziare un inerme soldato tedesco, si trova a fare di conti con una risposta che denuncia l’insensatezza di ogni crudeltà, anche di quella compiuta in circostanze che storicamente sembrano legittimarla. “Alla fine” conclude Janek tra lacrime di rabbia, “quel che ti insegna tutta questa famosa educazione europea è come trovare il coraggio e delle buone ragioni, valide e convenienti, per ammazzare un uomo che non ti ha fatto nulla e che se ne sta seduto sul ghiaccio con i pattini e a testa china, aspettando la fine."

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