Boscaglie
della Polonia occupata dai nazisti, dove soltanto la cortina del gelo invernale
protegge tenaci gruppi di resistenti mentre sul Volga infuria la battaglia di
Stalingrado. Il quattordicenne Janek è rinserrato in una buca dove gli fa
visita il padre, il dottor Twardowski. Nella cittadina di Sucharki uccidono un
ufficiale tedesco e per rappresaglia venti donne vengono prelevate dalle loro
case e segregate in una villa in cui subiscono i sistematici abusi dei soldati.
Il dottor Twardowski, in un disperato tentativo di liberarle - nel gruppo c’è
anche sua moglie - rimane ucciso. Non vedendolo più tornare al nascondiglio,
Janek esce allo scoperto e spingendosi all’interno del bosco innevato incontra
un gruppo di partigiani che lo accolgono come il più giovane militante della
compagnia. Inizia così l’apprendistato del protagonista del romanzo che Romain
Gary, due volte Premio Goucourt e morto suicida nel 1980, scrisse quando era
aviatore delle forze alleate. Attorno alla nuova recluta si muove un piccolo
universo di personaggi eccentrici, scoperti nella loro disperata umanità dalla
lingua asciutta e incisiva di Gary, tesa tra sprazzi di calda partecipazione e
nuda cronaca di guerra. Un contadino greco ortodosso che si dà forza
immaginando di combattere tra i primi perseguitati cristiani, un parrucchiere a
cui hanno violentato due figlie che si esalta mutilando i corpi dei nemici, un
enorme macellaio russo, e sopra tutti gli altri il mitico partigiano Nadeja,
introvabile spirito dei boschi, che compie azioni memorabili eclissandosi poi
nel nulla e in cui Janek sogna di scoprire un giorno la persona del padre
scomparso. Zosia, una ragazza che si prostituisce per carpire informazioni ai
tedeschi, diventa la prima amante di Janek e per lui decide di cambiare vita.
Augustus Schroder, suonatore di pianoforte e capitano tedesco atipico, si
considera l’ultimo rappresentante autentico della sua razza e costruisce
giocattoli musicali, uno dei quali terrà in mano negli ultimi attimi di vita dopo
essere stato colpito da una pallottola partigiana. La pietà di Romain Gary, e
di Janek Twardowski, non si rivolge soltanto ai compagni di lotta, ma si
estende anche agli occupanti nazisti, apportando al romanzo la nota più
originale. Anche le meditazioni sul senso della resistenza e dell’impegno, che
si infittiscono dopo l’incontro di Janek con lo studente partigiano Adam
Dobranski, non sono quelle di un militante ideologicamente schierato, ma di un
uomo torturato dall’assurdità del male e delle sue effimere bandiere. I grandi
ideali di libertà e giustizia che sorreggono gli indeboliti combattenti
rifugiati nella boscaglia appaiono a tratti come un antidoto alla depressione e
hanno il valore compensatorio di un presente amaro piuttosto che la fondatezza
di un progetto a lungo termine. Le grandi ambizioni che animano la lotta hanno
da una parte il carattere pretestuoso dello spirito romantico, dall’altra una
forza semplice e buona che preserva la dignità umana. E’ nel cuore di questa
contraddizione che si consuma la fase più sofferta dell’educazione europea di
Janek. Lo studente Dobranski, cercando di consolare il giovane partigiano che
per portare a termine un’azione coraggiosa è costretto a giustiziare un inerme
soldato tedesco, si trova a fare di conti con una risposta che denuncia
l’insensatezza di ogni crudeltà, anche di quella compiuta in circostanze che storicamente
sembrano legittimarla. “Alla fine” conclude Janek tra lacrime di rabbia, “quel
che ti insegna tutta questa famosa educazione europea è come trovare il
coraggio e delle buone ragioni, valide e convenienti, per ammazzare un uomo che
non ti ha fatto nulla e che se ne sta seduto sul ghiaccio con i pattini e a
testa china, aspettando la fine."
Romain Gary
http://it.wikipedia.org/wiki/Romain_Gary
http://it.wikipedia.org/wiki/Romain_Gary
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