A sessantacinque anni, Paul Theroux, il grande scrittore di viaggi americano, autore tra l’altro insieme a Bruce Chatwin di Ritorno in Patagonia, compie un’impresa coraggiosa e ripercorre un fantastico itinerario della sua gioventù. Parte da Londra e con mezzi quasi esclusivamente di terra attraversa l’Europa orientale, il Medio Oriente, l’Asia centrale, il Sudest asiatico, sale in Giappone e rientra alla base completando la Transiberiana. Trentasei anni prima, il resoconto dell’avventura diede origine a Bazar Express, pubblicato nel 1975 e suo primo successo internazionale, ora offre invece il materiale a questo libro ricchissimo e affascinante, pervaso da grazia stilistica e da un’innumerevole serie di informazioni che ne fanno un vero e proprio affresco del mondo contemporaneo, essenziale per conoscere senza infingimenti mediatici la realtà in cui viviamo “Una delle tante soddisfazioni del diventare vecchi” si legge nelle prime folgoranti pagine del lungo reportage narrativo, “è quella di poter prendere il ruolo di testimoni di un mondo che traballa e osservare trasformazioni irreversibili. Gli svantaggi sono invece il tedio di dover ascoltare le idee illusorie dei giovani e soprattutto le opinioni trite di gente che dovrebbe avere più buon senso ma è ancora più inesperta: tutte le bugie sul progresso, la paura, il nemico, la guerra.” Il bilancio delle appassionate peregrinazioni di Theroux, per cui il lusso è nemico dell’osservazione e l’unico modo per capire è mescolarsi alla polvere delle strade, è decisamente pessimista. Il pianeta sta invecchiando molto male e miliardi di persone sono oppresse da governi ingiusti. Le dittature prosperano, tollerate o sostenute per convenienza dai moderni imperi. Le notizie dal Turkmenistan, dall’Uzbekistan o dalla Birmania sono terrificanti. Tiranni e generali sanguinari imperversano e hanno imperversato senza agitare più di tanto la comunità internazionale. Quanti conoscono la storia del dittatore turkmeno Saparmyrat Niyazov o di Karimov? Il miracolo economico indiano si poggia sulla sfruttamento di un’immensa e diligente manodopera; la sovrappopolazione comprime gli spazi vitali e mezzo miliardi di esseri umani vivono con un dollaro al giorno. Tutte le grandi potenze, a prescindere dal colore politico, scontano il prezzo dell’ingiustizia per nutrire i loro privilegi; l’autoritarismo e l’arbitrio legislativo appaiono elementi necessari di una catena alimentare estesa a livello planetario. Ma anche il sogno realizzato del benessere giapponese è diventato un universo di perversa superficialità e standardizzato appagamento, dove regnano romanzi a fumetti, manga e supermercati di un sesso consumato in tutti modi possibili. A Tokyo, Theroux trascorre una giornata in compagnia del più appartato e famoso scrittore nipponico, Murakami Haruki, che gli fa da anfitrione tra vasti sex shop e ambienti di un’eleganza raggelante. Le visioni di Huxley e Orwell sono realizzate. Ma nonostante le atrocità, il viaggio non si ferma e gode di momenti più sereni in angoli di paradisiaca bellezza naturale o negli incontri casuali con gente comune, memorabile per intensità e generosità umana. Il treno fantasma di Theroux corre soprattutto alla ricerca degli umili, degli sguardi semplici, dei regali spirituali che capitano al viaggiatore come gemme nascoste sotto il fango e resistenti a qualsiasi dolore. Che siano conduttori di risciò, anziani professori squattrinati che sgranano rosari sotto i colpi del regime, coppie di anziani che si ritirano con saggia mestizia da un terra irriconoscibile. Nelle pagine del libro vengono spesso ricordati dal coltissimo scrittore nativo di Medford, nel Massachusett, grandi protagonisti della letteratura di ogni tempo, da Mark Twain a V.S.Naipaul, da Kiplig a Thoreau, da Conrad a Salinger a molti altri, ognuno pescato per qualche suo notevole tratto distintivo. In uno Sri Lanka funestato dalla sanguinaria azione degli indipendentisti tamil e ancora pesantemente segnato dal recente tsunami, Paul Theroux si reca in visita all’ottantanovenne Sir Arthur C. Clarke, l’autore di 2001: Odissea nello spazio, arzillo vecchietto che abita nella capitale Colombo, in bilico tra reviviscenze di tempi lontani e sporadiche accensioni fantascientifiche. Sono così tante le suggestioni sparse in queste cinquecento pagine che è difficile districarsi tra i passi sottolineati. E’ un libro da leggere per gli aggiornamenti politici e sociali, per rettificare le opinioni convenzionali di chi vive protetto dalla scabra verità. Ma è anche il libro di un uomo tenace e complesso nell’alternanza di slanci e riflessioni, memorie personali, storiche e segrete commozioni. Il tutto temperato da una maturità in raggiante forma. “Con l’età si acquista la capacità di apprezzare il decadimento, l’epifania di Wordsworth, la saggezza del wabi-sabi: nulla è perfetto, nulla è completo, nulla è durevole.”
Paul Theroux
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