Se pensiamo a Bagdad, sono immagini di guerra e massacri quelle che tornano alla mente e non purtroppo l’immagine dell’antica culla della civiltà islamica nonché la patria elettiva dell’immenso Shaykh ’Abd al-Qàdir al-Jilani (1077-1166), conosciuto anche come “il santo di Bagdad”, città in cui il suo mausoleo è tutt’oggi meta incessante di devoti pellegrinaggi. Già la sua infanzia fu costellata di miracoli, come racconta Tosun Bayrac nell’esauriente prefazione. Nato nel mese sacro di Ramadan, il piccolo al-Jilani rifiutava durante il giorno il seno materno e si nutriva solo di notte. La madre, discendente del Profeta Muhammad, lo congedò con sofferenza e santa rassegnazione quando, adolescente, volle allontanarsi per iniziare il suo luminoso percorso mistico e intellettuale. Una sola cosa volle in cambio come promessa: quella di dire sempre e in qualsiasi circostanza la verità, precetto a cui il futuro santo si attenne per tutta la vita. Lunghi romitaggi, astinenze e digiuni nel deserto, cui seguirono anni di studi a Bagdad, prepararono lo spirito di al-Qàdir al-Gilani a divenire modello e maestro incontrastato del suo tempo. Fondatore della più antica confraternita islamica portatrice di insegnamenti esoterici, la Qadiriyya , oggi diffusa in tutto il mondo musulmano, è una figura centrale per conoscere il misticismo islamico e quindi il sufismo. Quest’uomo, che raggiunse in vita la vetta dei più perfetti, illustra così la via del cercatore: “Il percorso che dovrai compiere nella tua ascesa per raggiungere questi gradi dipende dalla distanza che sei riuscito a porre tra te e i bassi desideri della tua anima inferiore. Riuscire ad ottenere lo scopo della tua aspirazione non è come riuscire ad ottenere una cosa materiale o raggiungere un luogo, né come la scienza che porta a conoscere una cosa nota, né come la ragione che può cogliere le cose razionali, né come l’immaginazione che si unisce alle cose che immagina. Il fine che tu desideri raggiungere non è altro che la realizzazione della tua vacuità rispetto ad ogni cosa che non sia l’Essenza di Dio senza che vi sia alcuna vicinanza, né lontananza, né riunione, né incontro, né unione, né separazione.” Il Segreto dei Segreti è uno dei suoi testi chiave, diviso in ventiquattro capitoli che trattano i diversi temi dell’avventura mistica. Ventiquattro capitoli come ventiquattro sono le lettere della professione di fede islamica e ventiquattro sono le ore del giorno.
miniatura indiana del tardo Ottocento raffigurante
il santo di Bagdad Abd al-Qàdir al-Jilani
il santo di Bagdad Abd al-Qàdir al-Jilani
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