Per
la prima volta tradotto in italiano, questo sorprendente racconto colmo di
grazia e ironia, lirico e dai toni quasi surreali, è stato salutato fin dal suo
primo apparire, sul finire degli anni Ottanta per le storiche Èdition de minuit, come un insolito
capolavoro capace di oscurare con magistrale e sibillino fulgore fiumi di
letteratura contemporanea. Lo spunto narrativo è conciso quanto efficace. Un’esorbitante
affresco dipinto sul muro di un palazzo parigino in cui appare sorridente
dentro quindici metri di abito blu mentre offre un flacone di profumo Piver,
Forbil, è tutto quel che rimane di Sylvie Fabre, bruciata con la mobilia e le
fotografie che la ritraggono nel rovinoso incendio della sua abitazione. A
questa precaria e iridescente immagine pubblicitaria, minacciata dal
rinnovamento edilizio nonché offesa dal sottostante degrado urbano, tornano con
assiduità il marito e il figlio Paul per onorare e mantenere viva a loro
eccentrico modo la memoria della defunta. Una scommessa ostinata, avventurosamente
quanto vanamente condotta contro l’inevitabile crescere del piano di
occupazione del suolo che cancellerà le preziose vestigia ma non l’acribia dei
due superstiti, installati in un nuovissimo monolocale appena sotto gli occhi
di Sylvie, “due lampade cieche dietro il muro di destra”, intenti a raschiarne
perfino la dura materia pur di aprirsi un’ultima breccia verso la moglie e la
madre perduta.
Jean Echenoz
Apologo esemplare attorno alle geniali invenzioni della
nostalgia alle prese con l’irrimediabile, sostenuto da una prosa evocativa e
traslucida, punteggiata di arditezze stilistiche, questa manciata di pagine offre
un memorabile assaggio delle qualità che ritroveremo nei successivi romanzi del
celebre scrittore francese. Un piccolo, smagliante gioiello che ha generato
un’infinità di commenti entusiasti, eletto per il continuo riverbero dei sensi
nascosti e il misterioso nitore a paradigma del racconto perfetto. Un tassello
immancabile nella libreria degli amanti di Jean Echenoz e dell’arte della
parola tout court.*
*La recensione è apparsa oggi sul quotidiano Il Cittadino
*La recensione è apparsa oggi sul quotidiano Il Cittadino
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