Ecco le tre poesie scelte dalla giuria del Premio Tapirulan ( http://www.tapirulan.it/ ) e raccolte nell'antologia MEVOJ ( http://www.tapirulan.it/pubblicazioni.php ) :
TRADIZIONE ESTIVA
Eppure laggiù c’è festa.
Non
si direbbe data la straordinaria quiete della sera,
il
raggio d’oro che scavalca la montagna
o
l’altro versante della valle inondato da un sole così vivo.
Non
si direbbe che sia già disceso il grande tronco
e
i tre colpi di cannone siano esplosi
o
un migliaio di automobili
siano
lì tra le viuzze di Spelonga.
L’immobilità
inganna da lontano;
perfino
l’orecchio devi poggiarlo quasi contro
per
sentire il fruscio del vento nella sedia a sdraio.
Troppa
indifferenza
mormora
il fantasma acquattato nella chioma,
impagliato
come un gufo ammonitore sopra il ramo,
troppi
attributi sovrumani in questo splendore naturale.
A
tanta pace non resta che rabbrividire
nel
quadrato sperduto di conifere.
INDICAZIONI DI REGIA
L’interprete,
coltivato in materie musicali,
basso,
in carne o allampanato poco importa,
simuli
pure di ignorare il suo copione;
avanzi
piano, gongolando a tratti,
a
tratti contenuto ma non troppo,
non,
almeno, fino al punto di sembrare inesistente
o
peggio ancora scomparire.
Si
attenga, ecco, appena può,
e
sempre che i gesti i gesti lo consentano,
alla
lezione muta.
Ma
più di tutto non ci creda, per carità, oltre misura:
si
attrezzi come quel poeta nato a Fiume
che
si meraviglia in primo luogo di esser lì
mentre
recita i suoi versi.
Se
desidera, infine, e dove proprio non si trovi,
canti
pure,
che
nei passaggi narrativi è consentito.
DUE CALCOLI
Anche
i sentimenti
senza
la gravità si alleggeriscono.
Pare
che sulla luna siano un sesto
di
quel che calcoliamo in terra,
oppure,
scienza a parte,
è
la perdita degli anni ad alleviare il computo.
Guarda
i bambini ad esempio,
guardali
assorti la mattina
nella
burrasca minore di una semplice partita:
come
lievita dall’asse del pianeta,
come
spunta la sfera tra le dita,
effetto
non terrestre ma stellare,
regalo
rimediato lungo il periplo di casa.
Fanno
appena le dieci e sullo schermo
terzultimo
è l’auspicio di pace in Palestina,
penultimo
il premier del sorriso,
poi,
mancava, l’impiccato del telegiornale;
destra
sinistra e inutili code in capitale,
parabole
in declino
sulla
fortezza dei tetti prospicienti.
Galleggia
qualcosa.
Sul quasi nulla ronzano api.
Insetti domestici vengono a
toccarti le dita.
Saltano tra le unghie.
Saltano tra le unghie.
a Parma, il 24 maggio scorso, nella biblioteca del Monastero di San Giovanni,
per il ritiro del premio.
"Le tre composizioni mostrano una convincente libertà metrico-prosodica, fondata essenzialmente sui ritmi di una sintassi discorsiva e argomentativa, mentre l'autore osserva la realtà ed occasioni diverse col distacco e il disincanto di chi è abituato ad andare oltre le apparenze, a 'prendere le distanze', a non crederci troppo: una festa di paese, che nella distanza panoramica sembra immobile, complice magari l'indifferenza di chi guarda (Eppure laggiù c'è festa); il minor peso, in assenza di gravità, persino dei sentimenti, e la convinzione invece - che spicca - di bambini che giocano, mentre gli schermi ripetono inutili consueti copioni nel 'quasi nulla' esistenziale (Anche i sentimenti); infine le Indicazioni di regia, che suggeriscono, per una rappresentazione - una messinscena o la vita stessa -, i comportamenti fintamente naturali di un qualsivoglia interprete (ipostasi oggettivata dell'io-egli come showman di sé, per lo 'spettacolo', per darla a bere agli astanti), perché, fingendo di non seguire il copione, segua invece strettamente le 'indicazioni di regia'"
(Paolo Briganti, docente di letteratura italiana contemporanea presso l'Università degli Studi di Parma, Presidente di giuria del Concorso di poesia Tapirulan. Dall'introduzione dell'antologia Mevoj)
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