VINCENZO MARIA OREGGIA

BIOGRAFIA, LIBRI, RECENSIONI, INCONTRI, REPORTAGE

giovedì 4 luglio 2013

FRANCESCA CAMINOLI - C'ERANO ANCHE I CANI


Parole schiette, che mirano al concreto del racconto; frasi brevi, limpide, e dialoghi smussati a comporre una prosa dall’equilibrio classico, che ricorda una volta di più come l’originalità e la forza rappresentativa non abbiano a che fare con l’innovazione ricercata o i rovelli della moda letteraria. E a ciò si aggiunga tutta la peculiare sensibilità femminile, che si sente in quella delicatezza temperata da un carattere deciso ma diffusa ovunque, a completare il quadro della scrittrice alla sua quinta opera narrativa. Si tratta qui di sei racconti, pubblicati come tutti i suoi libri dalla Jaca Book, in cui Francesca Caminoli torna agli anni Settanta di un’adolescenza e una gioventù universitaria accompagnate dalle poetiche figure di sei cani, Divo, Baldo, Paco, Ciclone, Grigia, Bella e Pongo, che brillano per simpatia e imprevedibile vivacità, disinnescando a volte i momenti risolutivi dell’azione. Erano anni di rivoluzione dei costumi, passioni ideologiche e infervorate battaglie sociali, che fanno da costante sottofondo alla trama quando i protagonisti sono bambini e bambine che architettano le loro innocue monellerie durante le vacanze in campagna o in quella Milano dove l’autrice ha trascorso da giornalista molti anni, ma che diventano l’assoluto primo piano, specie nei racconti finali della raccolta, quando i bambini sono ormai cresciuti e si ritrovano impegnati nelle manifestazioni studentesche e negli scontri di piazza. Confluiti come per un passaggio naturale nei grandi movimenti che aspirano a una giustizia rivoluzionaria, i giovanissimi emulatori degli hippies si trasformano in compagni di lotta, tra le cui fila non mancano i figli capricciosi della borghesia più agiata. Tutto un mondo, insomma, dall’impegno sacrosanto e dalle reali motivazioni molto più incerte, raccontato con nessuna enfasi, da un punto discreto, veridico, in compagnia degli amabili onesti a quattro zampe, che sanno, almeno loro, essere quello che mostrano e impongono una concretezza umile anche alla più bellicosa specie di idealista. Contribuisce al fascino e alla singolarità di questi sei racconti leggeri ma non troppo la prospettiva in apparenza marginale da cui vengono osservati i convulsi fatti della storia: angoli e spezzoni di vita quotidiana di una ventenne praticante giornalista - quella Maria dall’evidente sostanza autobiografica -, che pur ben salda nei suoi principi conduce una vita tutt’altro che fanatica e si ritrova spettatrice in pieno campo del fanatismo altrui e della spropositata, sanguinaria repressione. Il racconto forse più rappresentativo e complesso, Bella e i morti di aprile, illumina i fatti milanesi occorsi in quel tragico mese del 1975, quando le opposizioni dei diversi fronti tracimarono nelle morti del ventottenne Giannino Zibecchi, travolto in Corso XXII marzo da un camion dei carabinieri, e del diciassettenne Claudio Varalli, ucciso dalla pistola di un militante di Avanguardia Nazionale in piazza Cavour. Maria, testimone oculare del giovane corpo dilaniato di Zibecchi, torna nel suo appartamentino e continua a piangere ballando sulle note di Marvin Gaye, presto raggiunta dalla dolcissima meticcia Bella e dal suo padrone Antonio, che inizia, furtivamente, insieme a certi suoi compagni, a parlare d’armi e di obiettivi da colpire. Lei, la ragazza/autrice, non esiterà a cacciarlo e a tenersi in cambio quell’irresistibile ammasso ispido di pelo beige che sarebbe divenuta per tre anni la sua fedele compagna.

Francesca Caminoli

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