VINCENZO MARIA OREGGIA

BIOGRAFIA, LIBRI, RECENSIONI, INCONTRI, REPORTAGE

domenica 14 aprile 2019

SAUL BELLOW - TROPPE COSE A CUI PENSARE - EDIZIONI SUR 2019



A sorprendere, in un concerto di qualità, sono l’inventività dello stile, l’ampiezza di vedute storiche e sociali, il culturale eclettismo, la facoltà di sintesi, e soprattutto quel senso misterioso e intimo della letteratura - quindi dell’umano - che accompagna in ogni momento Saul Bellow, capace di infrangere con la più profonda intuizione dell’artista ogni forma di nichilismo più o meno consapevole. I ventuno saggi qui raccolti e ripubblicati egregiamente dalle Edizioni SUR, coprendo un arco di ben cinquant’anni di attività dello scrittore americano di origini ebraico-russe scomparso nel 2005, spaziano da inquadramenti sociologici del fatto letterario a ritratti di celebri colleghi (Ernest Hemingway, Philip Roth), da perlustrazioni attorno alla narrativa moderna e contemporanea a riflessioni sull’identità ebraica (e sul senso in genere dell’identità in tempi di vuote astrazioni), fino a vividi stralci autobiografici che illuminano il contesto di alcuni suoi capolavori. E tra queste pagine di memorie private, spiccano come veri gioielli quelle dedicate al giovanile periodo parigino e all’improvviso insorgere, quasi per transfer, della lingua spericolata e ariosa che darà vita alle Avventure di Augie March


Saul Bellow

Illuminanti e ristoratori, i saggi di Bellow, per chiunque riconosca il valore intrinseco della letteratura, al di là delle sterili sentenze di morte o dei necrologi che condannano all’estinzione la vitalità della narrativa, romanzesca o meno: magniloquenti quanto insipidi risultati di un ostinato e miope intellettualismo. Saul Bellow, criticando feticci e limiti di ogni ideologia o pensiero che si pretenda esaustivo, peggio ancora ultimativo, osserva con sapiente distacco le differenti strategie adottate da un farraginoso “mondo mentale” che giunge a dichiararsi scettico perfino di fronte alla realtà di ciò che lui considera un dato di fatto, ovvero “il nucleo originario della coscienza.” Occorre scendere, ci insegna, oltre “questo mondo popolato di coscienze moderne, istruite, progredite”, per potere attingere all’identità da cui germina la voce originale, autentica di noi stessi, e liberarci dalle tenaglie di un criticismo cocciutamente applicato all’irriducibile cuore dell’uomo. “Esiste un elemento di crescita, negli esseri umani, che non può essere racchiuso all’interno dei robusti involucri che fabbrichiamo di continuo.” Grazie a una visione schietta e magistrale, e con un’intensità persuasiva dai salutari effetti maieutici, il grande artista della parola ci rende così partecipi della propria esperienza interiore, trasformando il memorabile prodigio della letteratura in una scuola di vita. 

(Questa recensione dei saggi di Saul Bellow è stata pubblicata dal quotidiano Il Cittadino l'11 aprile 2019)