Naturalista,
ex fotografo, considerato uno dei più grandi scrittori americani viventi, vincitore
con Sogni artici (1986) del National
Book Award, Barry Lopez conduce da alcuni decenni una ricerca fisica e
spirituale in territori estremi, dove la magnificenza della natura non ha
ancora conosciuto - o almeno non così drammaticamente - lo scempio del
dissennato e sedicente ‘progresso’ contemporaneo. La sua scrittura trae origine
da un incanto perseguito mettendosi in ascolto e dedicandosi interamente ai
luoghi di indagine prediletti: ghiacci, tundre, oceani, deserti, ma anche i selvaggi
boschi dell’Oregon occidentale dove lo scrittore abita dal 1970, a poche decine
di metri dal fiume McKenzie, di cui scruta ogni giorno la vita manifesta e
segreta, i gorghi, i movimenti continui, i giochi mutevoli della luce sullo
specchio acquatico e gli atteggiamenti di flora e fauna che abitano l’inesauribile
campione dell’ecosistema. Quando si allontana dai “centri conservatori della
civiltà” per giungere in quegli “spazi remoti, elementari e aspri, dove la
mente si prosciuga da tutto ciò che era insignificante e ozioso”, questo
imperdibile maestro di meraviglia si tuffa in un’esperienza assoluta, optando
per un tipo di conoscenza di prima mano, problematica, distante dai riduttivi approcci
scientifici che prosciugano il mistero naturale ingabbiandolo in statistiche e
definizioni. Quando attinge a testimonianze locali, Lopez entra in
comunicazione con aborigeni e popolazioni autoctone, che non compendiano in
manuali ma raccontano con l’immediatezza dell’oralità la confidenza con l’ambiente
e la sapienza tutta pratica, sensibile, necessaria per muoversi in quei
territori. Il libro che ripropone all’attenzione del lettore italiano una figura
centrale della narrativa ma anche della riflessione contemporanea - per cui
saggistica e arte della narrazione si alternano continuamente e si fondono
spesso in un’unica forma di meditazione - è un’antologia di scritti che ne
riassumono le tappe principali, egregiamente introdotta da Franco Michieli e
conclusa da una lunga intervista all’autore di Davide Sapienza. Perlustrazioni
artiche e antartiche, incontri con ghiottoni e caribù, orsi e lupi si
avvicendano in una caccia instancabile ad atti enigmatici di animali i cui
comportamenti risultano ogni volta imprevedibili, soggetti come ogni cosa alle
variabili infinite delle circostanze singole, misteri viventi di ecosistemi in
continuo divenire. Non mancano però anche memorie illuminanti dei contatti con
artisti, specie fotografi e naturalisti, che hanno arricchito di stimoli
cruciali il lungo percorso di Barry Lopez: “un osservatore d’avanguardia che
lavora in un’epoca pericolosa”, come si definisce, e che si chiede cosa
succederà quando avremo completamente smarrito “il senso reale della terra”, e
con esso la matrice autentica, rigenerante dell’immaginazione umana. “La
civiltà occidentale, investendo pesantemente nel progresso materiale, sta
compromettendo la sua stessa biologia.” Allarmi lanciati da un uomo di cultura
raffinata nutrito di esperienza e dispensatore di saggezza, che non perde mai
di vista e invita a corteggiare il nostro bene più prezioso: quella verità,
disseminata anche in queste pagine della geografia profonda, che “non può
essere ridotta ad aforismi o formule, ma è qualcosa di vivo e impronunciabile”.
Barry Lopez