VINCENZO MARIA OREGGIA

BIOGRAFIA, LIBRI, RECENSIONI, INCONTRI, REPORTAGE

venerdì 16 settembre 2011

YASMINA REZA - IL DIO DEL MASSACRO


Da questa commedia dell’autrice francese è stato tratto Carnage, l’ultimo film di Roman Polanski, regista attento a quelle opere che esasperano la crudeltà dell’essere umano fino all’emergere di coloriture assurde e grottesche. La scrittura di Yasmina Reza è levigata come le sue indicazioni di scena, che bandiscono ogni elemento realistico a favore di una rappresentazione a tinte neutre, tendenzialmente universale. L’intera pièce si svolge nel salotto di una casa borghese, dove due coppie tra i trenta e i quaranta si ritrovano a discutere di un incidente occorso ai loro bambini. Ferdinand Reille, undici anni, ha colpito con un bastone Bruno Houllié, ferendolo al labbro e spaccandogli i due incisivi. In un clima di costernata cordialità, i genitori danno avvio a una danza di convenevoli che svelano sipari scabrosi e inezie domestiche promosse al ruolo di scandali da un moralismo posticcio. Cavillosi commenti sulla ricetta di una torta alla frutta si mescolano alla notizia di un libro sull’eccidio in Darfur. L’esasperante disturbo del cellulare dell’avvocato Alain allude ai maneggi di una multinazionale intenta ad arginare le conseguenze finanziarie di un farmaco dai pericolosi e occultati effetti collaterali, mentre Michel, grossista di casalinghi, si vergogna di avere abbandonato in mezzo alla strada l’insopportabile criceto del figlio. E’ una sequenza di gelide risate sulla spietata sterilità del cicaleccio quotidiano che continuano fino a che qualcosa di più grave inizia a crescere tra le due coppie. Il dio del massacro guadagna sempre più spazio trasformando il salotto intriso di stupidi e imbarazzati convenevoli in un’arena di aperto cinismo. L’incidente dei bambini diventa sulle prime l’occasione di rivendicare l’assoluta innocenza o il sacrosanto diritto di offendere del proprio pupillo, poi anche il pretestuoso movente dell’incontro tra i genitori scivola in secondo piano, sovrastato da uno sfogo che mostra tutto l’osceno campionario di quattro anime grette e incattivite. “Comportarsi in modo civile non serve a niente. La buona creanza è un’idiozia che ci rammollisce e ci rende deboli…” replica Véronique ad Annette. “Gli ho detto, un figlio alla nostra età, che follia! I dieci, quindici anni che ci restano prima del cancro o dell’infarto vuoi romperti le palle con un marmocchio?” conclude Michel in un’altra battuta. Aggressioni fisiche, accuse, vizi privati convertiti in pubbliche armi, insulti pesanti: il dio del massacro ormai spadroneggia in questa stanza occidentale di domestici orrori. Così come è bastato un nonnulla a capovolgere la quiete ingannevole in volgare ferocia, sarà sufficiente un colpo di telefono dell’adorato figliolo a riaffondare la casa in quella spettrale normalità da cui è germogliato il disastro.   

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