VINCENZO MARIA OREGGIA

BIOGRAFIA, LIBRI, RECENSIONI, INCONTRI, REPORTAGE

venerdì 5 luglio 2019

MARTIN AMIS - L'ATTRITO DEL TEMPO - EINAUDI 2019



Apparsi sulle più prestigiose riviste e testate inglesi e americane nell’arco dell’ultimo trentennio, questi saggi e reportage frutto della piena maturità di Martin Amis sono eclettici regali di arguzia, passione e grande stile. La sistemazione, a temi alterni, ricorrenti, del variegato materiale, apre e chiude il libro con l’ambito più specificamente letterario, dove lo scrittore britannico mostra tutto il suo notevole talento, in particolare con indagini scrupolose e appassionate attorno ai due autori in cima alla scala dei suoi prediletti, Vladimir Nabokov e Saul Bellow, seguiti, alla voce Letteratura - che ritorna puntualmente come basso continuo e cuore del volume - da una ristretta cerchia di poeti e narratori di primissimo livello: Philip Larkin, Iris Murdoch, Don De Lillo, J.G. Ballard, Anthony Burgess, Philip Roth e John Updike. Negli spazi che si aprono tra i diversi capitoli del sottile lavoro di saggista si disinnesca invece l’onnivora curiosità dello scrittore postmoderno alle prese con il disordine del mondo. 

Martin Amis

Ubbidendo alla prensile volontà di smascherare le seducenti superfici ma soprattutto le contraffatte oscenità del contemporaneo, Amis passa dal resoconto di un torneo di poker cui partecipa muovendosi tra la colorata umanità dei tavoli da gioco, i bar, le stanze d’albergo e tutte le iperboliche nonché pacchiane invenzioni di Las Vegas alla disincantata analisi della pruriginosa febbre popolare cresciuta attorno al tremendo epilogo della principessa Diana e alla reazione di quel cuore eternamente abbottonato della regina madre, dalle perlustrazioni nei devastati barrios colombiani in cerca dei giovani assassini menomati della città di Cali alle indagini dal vivo nell’universo in espansione della più pesante pornografia americana, dal ritratto dell’anarchico Dieguito Maradona a quello riuscitissimo di John Travolta, ripreso tra vertiginosi successi, improbabili resurrezioni e drammatici sprofondi. Ma il ventaglio si apre ulteriormente, e sotto la rubrica Sport il vecchio amore per il tennis si traduce in divertiti e gustosi affondi nelle bizze caratteriali e negli esorbitanti ego di campioni d’epoca quali Jimmy Connors, Andre Agassi e John MacEnroe, puerilmente intemperanti se paragonati a un altro fenomeno morigerato e saggio come Pete Sampras. Non mancano, infine, le stoccate anticonformiste a una certa indulgenza buonista e liberale verso un islam che assume troppo spesso accenti da fanatismo apocalittico. Alla voce Politica spiccano le pagine mordaci attorno al disastro, in primo luogo psichico e linguistico, di Donald Trump, mentre si rileggono con commossa meraviglia le parole dedicate all’amico ormai morente Christopher Hitchens, la cui eccezionale libertà di pensiero, sfidando tornaconti personali e infischiandosi di occasionali impertinenze, si è sempre gloriosamente guardata da ogni compromesso.      

 (recensione pubblicata sul quotidiano Il Cittadino il 4 luglio 2019)

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