VINCENZO MARIA OREGGIA

BIOGRAFIA, LIBRI, RECENSIONI, INCONTRI, REPORTAGE

lunedì 3 ottobre 2011

PETE DEXTER - AMORE FRATERNO


Il piccolo Peter è solo ad assistere alla scena, quando un vicino, il poliziotto corrotto Victor Kopec, investe la sorellina Angela. Il gracile corpo atterra inanime sul prato di fronte alla porta di casa e il cane di Kopec, prima di essere abbattuto, ne strazia i poveri resti. La tragedia è uno spartiacque che distrugge la famiglia Flood segnando il destino del giovanissimo protagonista. Il padre Charles, contravvenendo all'ordine del boss Costantine, sgozza il vicino e per punizione viene fatto sparire, mentre la madre, dopo mesi di delirante dolore, sale su un'ambulanza che la trascinerà per sempre lontano. E' il 1961. Affidato allo zio Phillip, Peter cresce  accanto al cugino Michael, coetaneo squilibrato e balordo che qualche anno più tardi assumerà il ruolo di boss della cricca irlandese che rivaleggia con gli italiani per il controllo dei fondi pensionistici di Filadenfia. Pete Dexter, narratore premiato con il National Book Award nel 1988, conosce la violenza per averla subita agli inizi degli anni '80, quando per un articolo non gradito  viene linciato e picchiato così duramente da portarsi dietro le stimmate di una parziale invalidità fisica: un evento che lo trasforma in uno scrittore appartato, crudo, testimone sapiente di vite deviate. Il mondo di Amore fraterno è diviso tra vittime ed eroi condannati a una medesima sorte, carnefici come il sadico Michael e anime buone come quella di Peter, che osserva con distacco la vita da gangster in cui è coivolto e dalla quale si libererà  grazie a un atto di generosità fuori programma che si tradurrà in una vera apoteosi sacrificale magistralmente descritta nelle ultime battute del libro. Ma sono notevoli anche i rapporti analitici delle carneficine, le esecuzioni a colpi di manganello che infieriscono sui corpi denudati di vecchi mafiosi, i gorilla energumeni e cocainomani che esibiscono fili metallici sopra mascelle spaccate, i purosangue giustiziati con idiota rancore da veterinari costretti a baciarne il cadavere: un quadro di ferocia a tinte fortissime che non indulge a caricature o calchi di genere, tenendosi sempre al livello di un sostanzioso e affilato realismo. E' quanto accade nella rievocazione della palestra di Nick DiMaggio, meccanico ed ex pugile, uomo probo e schivo che cerca di rimanere lontano dal giro nonostante i ripetuti inviti di Michael e compagni. L'ambiente del ring e gli incontri serali tra il figlio talentuoso e i pugili assoldati dalla malavita, le provocazioni e lo sgarbo pubblico al boss che disinnesca la sequenza finale con il sacrificio di Peter restituiscono il sapore di atmosfere e tipi umani avvicinati con accento pietoso e implacabile, dove l'anelito a una vita tranquilla è assediato dalla violenza, un incubo vissuto fino in fondo dall'autore prima che dalle sue esemplari controfigure.    

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