VINCENZO MARIA OREGGIA

BIOGRAFIA, LIBRI, RECENSIONI, INCONTRI, REPORTAGE

domenica 14 maggio 2017

CAROLE HILLEBRAND - ISLAM - EINAUDI 2016

In questo sconcertante momento storico, con una buona parte del mondo messa a soqquadro da conflitti di interessi armati per cui si inventano semplicistiche e spesso false giustificazioni, mentre siamo costernati di fronte a violenze incomprensibili e immensi dolori di esseri umani innocenti trucidati in nome di una fede che in realtà, per chi la pratica a quel modo, non esiste, sgombrare il campo da equivoci e mistificazioni è il primo passo verso una distensione e una pace ancora lontane. I non musulmani sanno generalmente poco o pochissimo dell’islam e della sua storia; mancano di nozioni fondamentali per capire cosa significa, come si è sviluppata e ramificata l’espressione di questa fede millenaria. Il saggio di Carole Hillebrand, professore di Storia islamica presso l’Università di Edimburgo, studiosa letta e apprezzata anche in paesi islamici, racconta con chiarezza e serietà storiografica, in modo agile e piacevolmente accessibile, la grande avventura iniziata con la rivelazione del Profeta Muhammad. L’Arabia preislamica, la vita e il messaggio del fondatore dell’islam, il sacro Corano, i suoi temi principali e la sua lingua, il Credo che oggi accomuna circa un miliardo e seicento milioni di uomini e donne, i suoi cosiddetti cinque pilastri - la professione di fede, la preghiera, l’elemosina, il digiuno e il pellegrinaggio -, quindi la legge e la sua evoluzione nella giurisprudenza, la diversità dei diversi contesti, in primo luogo quelli sunnita e sciita, e ancora il pensiero islamico e la sua crescita nel mondo antico, medievale e moderno, le vertiginose speculazioni del sufismo con i suoi celebri maestri e la nascita delle secolari confraternite, l’approfondimento del tema scottante del jihad maggiore, quello spirituale contro le proprie insane pulsioni egoistiche, e del jihad minore, che consente di imbracciare le armi a specifiche e determinate condizioni cui gruppi di fanatici sedicenti islamici soprassiedono con efferata ignoranza, infine il ruolo delle donne nello sviluppo delle società musulmane: tutto questo ci consente di approfondire un libro ricco, importante, che giunge in un momento così delicato e drammatico. 


Carole Hillebrand

Mano a mano che ci addentriamo nell’esposizione sintetica e oggettiva di Hillebrand molti pregiudizi e fraintendimenti che ruotano attorno all’idea convenzionale di islam iniziano a dissiparsi e assumiamo una prospettiva storica più corretta in cui inquadrare una religione tanto discussa e temuta, specie da coloro che pretendono di giudicarne l’impatto sulla base esclusiva di eco mediatiche che diffondono quasi solo notizie di crimini e stragi. Rettificando l’opinione corrente, le sanguinose vicende attuali del terrorismo internazionale ci appaiono sempre più chiaramente come gravissime distorsioni di un messaggio che per la stragrande maggioranza dei musulmani rimane quello di pace e tolleranza; l’orrenda pratica della mutilazione genitale femminile, ancora in uso presso diversi popoli di fede islamica, risulta, a un esame documentato, un’eredità di tradizioni locali che non hanno nessun fondamento in prescrizioni coraniche. In modo analogo altre idee comunemente assodate finiscono per essere riviste o interamente smentite. L’uccisione di donne, vecchi, bambini e persone non belligeranti è assolutamente interdetta in tutti i maggiori trattati riguardanti il jihad; i musulmani nativi e residenti nelle regioni arabiche sono il 5% dei musulmani nel mondo ancorché si pensi prevalentemente a quei luoghi e ai loro abitanti per identificare i portatori dell’islam autentico; il tanto dibattuto velo che copre il capelli di molte donne musulmane, lontano dall’essere imposto, è spesso percepito da loro stesse come espressione di libertà e consapevole scelta religiosa; movimenti femministi e riformisti tendono sempre più a rafforzarsi nonostante l’attiva presenza di correnti retrive e tradizionaliste. A discapito di coloro che vorrebbero passare per buona l’immagine monolitica di un islam immutabile e primitivo moltitudini di tranquilli e devoti praticanti scelgono la via della flessibilità e della tolleranza nei mutevoli contesti sociali. Un’enorme distanza, insomma, corre tra le cattive suggestioni dei teatrini televisivi e dei proclami mediatici e una conoscenza più meditata e argomentata, che anche queste pagine aiutano ad acquisire.                                

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